mercoledì, Maggio 15, 2024
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Jovibarba sobolifera e Sempervivum

Penso che se si dovesse fare una stima di quante piante, appartenenti ai generi JovibarbaSempervivum, siano coltivate nei balconi e nei terrazzi del milanese, il conto potrebbe essere facilitato da un semplice assioma: “Chiunque abbia un balcone e non cura le piante possiede sicuramente in un vaso o in una fioriera abbandonata, un esemplare appartenente al genere Jovibarba o al genere Sempervivum“.  Perché abbiamo deciso di accomunare i due generi? La motivazione è molto semplice; si assomigliano molto, soprattutto agli occhi di un inesperto! L’unico fattore che ci aiuta a distinguere con una certa sicurezza i due generi sono le infiorescenze. Nel caso delle Jovibarba i fiori hanno solo 5-7 petali con punte pelose e una “tinta” unica verde-gialla. Al contrario, le Sempervivum espongono fiori con 8-16 petali glabri dai più svariati colori! Inoltre questo genere ha più specie/varietà ed è facilmente incrociabile per creare ibridi. Sia le Jovibarba che le Sempervivum appartengono alla grande famiglia delle Crassulaceae che ha una diffusione areale su tutti i continenti (Antartide escluso!).

Oggi dedicheremo una particolare attenzione alla specie Jovibarba sobolifera. Al genere Jovibarba appartengono 5 specie (Jovibarba arenaria, hirta e la sobolifera, oggetto dell’articolo di oggi, sono le più conosciute). In particolare, la Jovibarba sobolifera è una pianta grassa/succulenta che dimostra una resistenza eccezionale al caldo, al gelo, alla siccità, all’inquinamento. Non a caso, la pianta  si adatta in natura ai contesti ambientali più disparati. Crepacci di rocce di basalto e calcare, aree sabbiose a diverse altitudini (dai bassifondi alle vette alpine), ma anche città trafficate e inquinate! Insomma la pianta perfetta per chi, pur non avendo la passione per il giardinaggio, vuole essere sicuro di trovare al proprio ritorno dalle vacanze un angolo di verde assolutamente poco impegnativo! Inoltre la Jovibarba sobolifera ha un altro vantaggio; la sua celebre capacità di riprodursi per propaggine, formando palle compatte. Dalle ascelle delle foglie in maturazione, si sviluppano parecchie rosette che, in tempi relativamente brevi, occupano/invadono la superficie di qualsiasi vaso. In alternativa l’esemplare può essere impiegato nei giardini rocciosi, mettendola  a dimora negli interstizi presenti tra pietra e pietra. Ricordiamo che la Jovibarba sobolifera è originaria dell’Europa centrale e orientale e sviluppa fiori giallo-verdi ad inizio primavera. Ma da dove deriva questo nome curioso? La paternità deve essere attribuita allo studioso Filip Maximilian Opiz che, ispirandosi alla leggenda, ricorda come “Jupiter” (Giove/Zeus) scagliava dalla sua barba rossa fulmini sulle città degli umani che lo avevano fatto infuriare. Solo le abitazioni che avevano rosette di Jovibarba piantate in giardino potevano sfuggire alla sua ira!

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