Phyllorachideae

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Phyllorachideae
Immagine di Phyllorachideae mancante
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
(clade) Commelinidae
Ordine Poales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Ehrhartoideae
Tribù Phyllorachideae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Commelinidae
Ordine Cyperales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Ehrhartoideae
Tribù Phyllorachideae
C.E. Hubb., 1939
Generi

Phyllorachideae C.E. Hubb., 1939 è una tribù di piante erbacee spermatofite monocotiledoni appartenenti alla famiglia Poaceae (ordine delle Poales).[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della tribù deriva dal suo genere tipo Phyllorachis Trimen. il cui nome è stato è formato da due parole greche: phyllo (= foglia) e rachis (= asse di strutture composte come le foglie).[2][3]

Il nome scientifico della tribù è stato definito dal botanico inglese specializzato in agrostologia Charles Edward Hubbard (1900–1980) nella pubblicazione "Hooker's Icones Plantarum - 34: t. 3386, p. 5. marzo 1939" del 1939.[4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Spighetta generica con tre fiori diversi
  • Il portamento delle specie di questa tribù è erbaceo perenne rizomatoso, stolonifero, o cespitoso con culmi legnosi e decombenti lunghi fino a 100–120 cm. Le radici in genere sono del tipo fascicolato.[1][5][6][7][8][9][10][11]
  • Le foglie lungo il culmo sono alterne e distiche. Sono composte da una guaina (a consistenza membranosa e bordo cigliato), una ligula e una lamina. La lamina delle foglie è relativamente ampia con delle forme da cordate a sagittate con contorno da ellittico o lanceolato a ovato e con apice acuminato. Le lamine fogliari sono provviste di uno pseudopicciolo (o falso picciolo) e sono prive di padiglioni auricolari. Le venature sono parallelinervie con brevi vene trasversali poco visibili. Nelle foglie sono presenti dei corpi di silice.
  • Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, terminali o ascellari e monoiche, sono del tipo a racemi portati lungo l'asse principale. L'asse dell'infiorescenza è appiattito, largo e a forma di foglia; racchiude alcuni brevi rami primari recanti ciascuno un grappolo condensato di 1-4 spighette. In Phyllorachis i fiori staminiferi e pistilliferi si trovano in spighette della stessa infiorescenza (una spighetta pistillifera e due o tre spighette staminifere); in Humbertochloa i fiori staminiferi e pistilliferi si trovano nelle spighette di infiorescenze separate (ossia le infiorescenze sono unisessuali). In genere le spighette prossimali sono pistillifere, quelle distali sono staminifere.
  • Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette sono composte da due fiori (quindi senza estensione della rachilla), quello prossimale è sterile, quello distale è unisessuale. I fiori in genere sono formati da un lemma (in Humbertochloa quella inferiore delle spighette pistillifere è arrotondata, quella superiore è tubercolata; in Phyllorachis quella inferiore è rigata e scanalata, mentre quella superiore è liscia) e una palea. Le glume, alla base della spighetta, sono due e con forme diverse: quella inferiore è subulata, quella superiore è oblunga. Le glume in genere sono più corte delle spighette. La forma delle spighette è oblunga compressa lateralmente e sono gibbose. Le ramificazioni accessorie (rachille) sono decidue. Le spighette con fiori maschili sono meno sviluppate di quelle con fiori femminili.
  • I fiori sono sterili, staminiferi, pistilliferi. In genere sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo (mancante nei fiori pistilliferi) e gineceo (mancante nei fiori staminiferi). Alla base del fiore sono presenti due brattee: la palea (insignificante nei fiori sterili) e il lemma.
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[5]
  • , P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
  • Il perianzio in queste specie è ridotto e formato da due-tre lodicule, delle squame, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose, glabre o cigliate.
  • I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti nel quale il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme e aderente. La forma è allungata e appiattita. L'endosperma è duro e l'ilo è lungo e lineare in Humbertochloa, puntiforme in Phyllorachis. L'embrione è provvisto di epibalsto. I margini embrionali della foglia si sovrappongono.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: in generale le erbe delle Poaceae sono impollinate in modo anemogamo. Gli stigmi piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo.
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento –dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La distribuzione delle specie di questa tribù è africana con habitat tropicali.[1]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questo gruppo (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9.700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9.500[8]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, il gruppo di questa voce è descritto al'interno della sottofamiglia Ehrhartoideae.[1][5]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Con la sottofamiglia di questa tribù inizia a divergere il "BEP Clade" comprendente oltre alla sottofamiglia Ehrhartoideae, le sottofamiglie Bambusoideae e Pooideae. Questo clade non ha sinapomorfie morfologiche note. Il clade "BEP" insieme al "PACMAD Clade" formano un "gruppo fratello". Quest'ultimo è formato dalle sottofamiglie Aristidoideae, Arundinoideae, Micrairoideae, Danthonioideae, Chloridoideae e Panicoideae. Possibili sinapomorfie per il clade "PACMAD" sono le foglie prive di pseudopiccioli, fiori con 2 lodicule e 3 stami.[1]

Le sinapomorfie per questa tribù sono:[1]

  • l'asse dell'infiorescenza è piatto, ampio e simile alle foglie;
  • l'infiorescenza racchiude alcuni brevi rami primari recanti ciascuno un grappolo condensato di 1-4 spighette;
  • le spighette sono composte da due fiori, quello prossimale è sterile, quello distale è unisessuale;
  • le due glume sono distinte (l'inferiore è subulata, quella superiore è oblunga).

Genere Humbertochloa:

  • le infiorescenze sono unisessuali.

Il numero cromosomico delle specie di questa tribù è più o meno: 2n = 24.[1]

La descrizione di Phyllorachideae all'interno della sottofamiglia Ehrhartoideae è basata sia dalle analisi filogenetiche di determinate sequenze del DNA che dai dati morfologici. All'interno della sottofamiglia la tribù Phyllorachideae potrebbe essere "gruppo fratello" della tribù Oryzeae[12]; oppure, secondo altre ricerche, "gruppo fratello" delle due tribù [Ehrharteae + Oryzeae].[13] Qui sotto sono rappresentati i due possibili alberi filogenetici.


Streptogyneae

Ehrharteae

Phyllorachideae

Oryzeae


Streptogyneae

Phyllorachideae

Ehrharteae

Oryzeae

Composizione della sottofamiglia[modifica | modifica wikitesto]

La sottofamiglia si compone di 2 generi e 3 specie:[1][14][15]

Genere Specie Distribuzione
Humbertochloa
A. Camus & Stapf, 1934
2 Tanzania e Madagascar
Phyllorachis
Trimen., 1879
Una specie:
Phyllorachis sagittata Trimen.
Africa equatoriale

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Kellogg 2015, pag. 144.
  2. ^ David Gledhill 2008, pag. 301.
  3. ^ David Gledhill 2008, pag. 325.
  4. ^ Indices Nominum Supragenericorum Plantarum Vascularium, su plantsystematics.org. URL consultato il 1º luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  5. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
  6. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 451.
  7. ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 346.
  8. ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
  9. ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
  10. ^ Humbertochloa, su Plants of the World online. URL consultato il 1º agosto 2018.
  11. ^ Phyllorachis, su static1.kew.org, Kew. URL consultato il 1º agosto 2018.
  12. ^ PeerJ 2018, pag. 15.
  13. ^ Kellogg 2015, pag. 128.
  14. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 29 luglio 2018.
  15. ^ The Plant List, http://www.theplantlist.org/1.1/browse/A. URL consultato il 29 luglio 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Elizabeth A. Kellogg, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume XIII. Flowering Plants. Monocots. Poaceae., St. Louis, Missouri, USA, 2015.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore., 1960.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • G. Pasqua, G. Abbate e C. Forni, Botanica Generale - Diversità vegetale, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2015, ISBN 978-88-299-2718-0.
  • Grass Phylogeny Working Group, Phylogeny and Classification of Poaceae (PDF), in Annals of the Missouri Botanical Garden, vol. 88, n. 3, 2001, pp. 373-457. URL consultato il 1º agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
  • David Gledhill, The name of plants, Cambridge, Cambridge University Press, 2008.
  • Jeffery M. Saarela et al., A 250 plastome phylogeny of the grass family (Poaceae): topological support under different data partitions (PDF), in PeerJ, vol. 4299, 2018, pp. 1-71. URL consultato il 1º agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2019).

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